La notizia iniziale è l’esclusione per quattro anni da tutte le gare ufficiali di Chantelle Loehner e Lauren Herrera per essere state trovate positive ai controlli doping in vista della partecipazione ai CrossFit Games 2019.
LEGGI L’ARTICOLO SU COSA E’ SUCCESSO
Per completare la notizia voglio chiaramente spiegare quale è uno dei motivi principali per cui spesso si associa il mondo CrossFit al doping, ma sopratutto spiegare cosa semplicemente rispondo (anche nei social) a chi vorrebbe farmi cambiare idea.
PERCHE’ IL DOPING E’ COSI’ TEMUTO NEL CrossFit?
Le sanzioni date alla Loehner e alla Herrera sembrano molto pesanti, soptrattutto se confrontate con il trattamento che il doping riceve in altri sport o in altri regolamenti.
Questo tuttavia non vi deve stupire, e vi posso spiegare perchè si ha un pugno di ferro in tal senso: le organizzazioni che creano eventi agonistici CrossFit non hanno le stesse caratteristiche di molte altre organizzazioni rivolte agli sport per professionisti (come la FIFA per esempio per il calcio). Il distacco tra professionista e amatore nel CrossFit è meno accentuato, e non sto parlando naturalmente di prestazioni: frequentare un box CrossFit significa tranquillamente fare gli stessi circuiti dei campioni, magari trovarli che si allenano nella classe precedente o in una sezione diversa del box.
NON CI SONO PALESTRE E ALLENAMENTI SPECIALI PER I CAMPIONI
Quando io alleno i grandi professionisti non apro una palestra speciale o invento circuiti innovativi apposta: il lavoro che faccio sui campioni è regolato sul loro fisico, come quando alleno le classi di principianti mi regolo sulle prestazioni che riescono a raggiungere inizialmente.
L’amatore affronta le stesse difficoltà, le stesse impostazioni di movimento e gli stessi luoghi dei campioni.
Capirete che è molto diverso da altri sport, dove tra il tifoso e il campione ci sono cortine di ferro e palestre a 5 stelle. Nel CrossFit l’amatore è a diretto contatto con i campioni e ne condivide le fatiche. Questa è una delle cose che mi rende fiero di insegnare CrossFit.
ALCUNI BOX TOLLERANO IL DOPING
Il rovescio della medaglia è che se un campione sbaglia, lo fa nel mezzo degli appassionati. Un campione che fa uso di doping dà un esempio diretto a tutti quelli che lo vedono allenarsi, a chi fa gli stessi suoi circuiti, a chi lo incontra negli spoiatoi e magari lo sente blaterare sulle nuove prestazioni grazie alla chimica.
Questo è uno dei motivi per cui spesso si vuole associare il CrossFit al doping: basta un professionista chiacchierone o un coach che asseconda le pessime abitudini di un campione (perchè è un campione!!!) per far diventare un box un luogo che guarda con una sorta di comprensione e tolleranza all’uso del doping.
Ecco perchè i regolamenti ufficiali delle competizioni CrossFit sono obbligati ad essere particolarmente ferrei sul doping: troppi coach improvvisati, troppi professionisti che danno esempi orribili. Gli organi ufficili CrossFit devono prendere le distanze dal doping in qualunque senso.
IL DOPING E’ SEMPRE UNA M°#RDA
L’ho scritto, ne ho fatto anche un video che ha ricevuto molte critiche (con le quali ho combattuto e continuo a combattere, GUARDALO QUI). Credo che la mia posizioni e le mie motivazioni sul contrastare il doping in ogni modo siano note.
E PER VOI CHE VOLETE CONTESTARE…
Quando ho scritto il primo articolo sul doping nel CrossFit ho ricevuto molte contestazioni da profili che dicevano che il doping serve per raggiungere la vetta, che è impensabile e ipocrita dire di non usarlo per le prestazioni ad alti livelli, che questi fatti lo giustificano….
bene….
Non venite mai e poi mai nei miei box. Vi trovereste molto male.
Simone Maffioletti