“DeltaG”: la misteriosa sostanza per vincere tutto alle olimpiadi di Londra 2012. Sembra un film, ma l’ammissione è ufficiale: la Uk Sport, agenzia governativa per lo sport britannico, ha usato 91 atleti di alto livello come cavie!
C’è tutto per un blog di complottisti, tutto per un film di spionaggio, tutto (anche) per mandare aff@#&%o il sistema professionistico internazionale.
Per un anno intero un’agenzia governativa ha dopato segretamente tutti i suoi atleti più importanti, usandoli come vere cavie, facendo firmare accordi di segretezza e, oggi, inventandosi spiegazioni ridicole per giustificarsi. Il “Daily Mail”, dopo quasi 10 anni li ha finalmente beccati con le mani nel sacco, seguendo le tracce di un misterioso nome che ha girato negli ambienti da allora: il “DeltaG”.
Uk Sport: chi sono?

Vediamo prima di tutto come si presenta al mondo la Uk Sport, la responsabile del complotto:
“La Uk Sport è l’agenzia governativa responsabile degli investimenti nello sport olimpico e paralimpico nel Regno Unito. È un ente pubblico non dipartimentale esecutivo sponsorizzato dal Dipartimento per il digitale, la cultura, i media e lo sport. LA UK SPORT INSPIRA LA NAZIONE!”
In buona sostanza, sono quelli che rispondono ai ministeri degli investimenti fatti per lo sport olimpico, quelli che devono far vedere che i soldi spesi sono stati spesi bene.
Cosa è successo?

Siamo nel 2011, le olimpiadi si avvicinano e dopo molto tempo sono tornate a Londra.
La Uk Sport decide che non può fare brutta figura in casa, che non può permettersi di conquistare poche medaglie a fronte delle pressioni del ministero.
Parte il piano, segretissimo, denominato “DeltaG”, probabilmente approvato anche da alte cariche pubbliche, di sicuro approvato da preparatori e personale medico delle squadre olimpiche inglesi. Formalmente viene inserito nel programma pubblico di finanziamenti inglese «per portare a livelli di forma altissimi i britannici e massimizzare il numero di medaglie»
“DeltaG” è il nome della sostanza dopante: una sostanza nuova nel mondo dello sport, mai controllata e, quindi, formalmente non proibita dall’elenco ufficiale per i giochi olimpici. Tecnicamente è una versione sintetica di un acido corporeo naturale, i chetoni, e originariamente era stata realizzata e sviluppata con fondi del Dipartimento della Difesa americano per le forze armate speciali, per aumentare forza e resistenza in combattimento. Viene data giornalmente come bevanda agli atleti.
Parte il piano DeltaG

L’agenzia governativa britannica decide di testarla per fini atletici: fa firmare a 91 atleti di altissimo livello un vero e proprio accordo di segretezza e di autoaccusa, nel quale si assumono ogni responsabilità rispetto a eventuali problemi fisici e controlli doping.
Se uno di questi 91 atleti fosse stato scoperto o, peggio, avesse avuto problemi medici in conseguenza all’uso della sostanza, sarebbe stato ritenuto l’unico responsabile dell’accaduto.
Il DeltaG viene sperimentato sugli atleti: il 40% delle «cavie» vomita o ha problemi di stomaco, il 28% ha problemi totali al corpo tali da sospendere ogni dosaggio.
Con l’andare avanti dei mesi la sostanza viene affinata (grazie al trattamento sulle “cavie”), le prestazioni, in alcuni casi, sembra migliorino fino al 15%, e la commissione anti doping dei giochi olimpici non sospetta nulla.
Arrivano le Olimpiadi di Londra 2012

Al momento dell’inizio delle Olimpiadi del 2012, il programma pubblico di “massimizzazione delle medaglie inglesi” è concluso: i 91 atleti “chetonici” sono stati trattati chimicamente per un intero anno, nessuno ha detto niente, i preparatori sono stati zitti e così il personale medico di supporto.
Nell’elenco delle sostanze dopanti il DeltaG non è mai apparso.
Quell’anno gli Inglesi fanno razzia di medaglie: 65 medaglie, che gli garantiscono il terzo posto nel ranking per nazioni. Ad oggi i nomi dei ‘chetonici’ non sono noti, conosciamo solo il loro numero, ma sappiamo per certo che il British Cycling ha dovuto confermare che nel 2012, quando dominò in maniera quasi imbarazzante le prove ciclistiche su pista e su strada, “molti dei suoi atleti usarono DeltaG nel periodo di preparazione“.
La risposta (imbarazzante) di Uk Sport
“Il nostro era un progetto di ricerca e innovazione condotto in linea con i più elevati standard etici, nell’ambito delle regole dello sport internazionale e valutato da un gruppo consultivo indipendente di esperti“.
Questa la risposta quando, loro malgrado e dopo quasi 10 anni, sono stati scoperti grazie al rinvenimento di uno di quei contratti segreti con gli atleti.
Perché non possiamo credere alla loro buona fede?

Ecco due differenti passaggi del contratto che nel 2011 venne fatto firmare agli atleti:
“UK Sport non garantisce, ma promette e assicura che l’uso della bevanda chetonica è assolutamente conforme al codice antidoping mondiale, e quindi declina ogni responsabilità.“
“(…)le variazioni della chetosi dell’organismo sono fisiologiche e quindi l’assunzione è difficile da riscontrare e dimostrare in eventuali controlli post gara e il prodotto al momento non è proibito“.
Difficile sostenere che fossero in buona fede… vero?
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