CHI ERA KOBE BRYANT, STELLA DEL BASKET MORTO IN ELICOTTERO CON LA FIGLIA

Kobe Bean Bryant è morto alle 9:47, ora del Pacifico, del 26 gennaio 2020 insieme a sua figlia di tredici anni Gianna e altre cinque persone. L’elicottero sul quale erano imbarcati è decollato dal John Wayne Airport, Contea di Orange (California), era di proprietà del giocatore e si è schiantato a Calabasas prendendo fuoco. La causa è imputabile alla nebbia fitta.

CHI ERA KOBE BRYANT

maxresdefault2Nasce a Filadelfia, il 23 agosto 1978, nella sua carriera NBA è stato prevalentemente guardia tiratrice ed è considerato tra i migliori giocatori della storia.

Anche suo padre, Joe, era professionista NBA e la madre Pamela Cox è sorella dell’ex cestista Chubby Cox, ritiratosi nel 1983.

Ha militato per tutta la sua carriera NBA nei Los Angeles Lakers, squadra con la quale ha conquistato 5 titoli, conquistando anche il primato come giocatore NBA a militare nella stessa squadra per 20 anni. Con la Nazionale statunitense ha partecipato ai FIBA Americas Championship 2007 e ai giochi olimpici di Pechino 2008 e di Londra 2012, vincendo la medaglia d’oro in tutte e tre le manifestazioni.

Kobe Bryant è quarto tra i migliori marcatori nella storia dell’NBA con 33.643 punti, ed è sempre quarto per punti realizzati nei playoffs, 5.640.

Per le statistiche, ha avuto l’impressionate media di 25 punti a partita, da aggiungere a uno score di 4,7 assist, 5,3 rimbalzi e un totale di oltre 1.800 palle rubate.

Era considerato colui che sostituì Michael Jordan nel cuore e nei tabelloni dell’NBA.

KOBE E L’ITALIA

200126161000-09c-kobe-bryant-gallery-lead-exlarge-169Quello che in pochi sanno è che Kobe parlava un italiano perfetto e, professionalmente, è cresciuto molto nel nostro paese.

Inizia a giocare a basket sin dai 3 anni e vive in Italia dai 6 fino ai 13 anni, tra il 1984 e il 1991, seguendo il padre che era all’epoca giocatore professionista prima per il Rieti, poi Reggio Calabria, Pistoia e Reggio Emilia.

OLTRE AL BASKET

NINTCHDBPICT000557510785-2Il 4 marzo 2018 vince il Premio Oscar per Dear Basketball, nella categoria miglior cortometraggio d’animazione, insieme al regista e animatore Glen Keane, opera ideata a partire dalla sua sentita lettera d’addio al professionismo.

Fu coinvolto in un lungo processo per stupro, che portò un’ombra sulla sua reputazione, ma dal quale ne uscì pulito dimostrando anche l’avvenuta montatura ai suoi danni.

È stato a capo della Kobe Bryant China Fund per favorire l’educazione scolastica e sportiva dei ragazzi in Cina, nel 2011 ha fondato con la moglie Vanessa la ‘Kobe & Vanessa Bryant Family Foundation’, per aiutare i più giovani abitanti di Los Angeles in difficoltà economico-sociali. 

Tra le sue iniziative più interessanti, personalmente, anche il Mamba Sport Academy, fondazione per lo sviluppo del potenziale del corpo in tutti gli sport.

NBA: Atlanta Hawks at Los Angeles Lakers

Se un uomo è in grado di colmare la distanza tra la vita e la morte, se è in grado di vivere anche dopo la sua morte, allora forse è stato un grande uomo.(James Dean)

 

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#SimoneMaffioletti

Pubblicato da Simone Maffioletti

Coach, personaggio pubblico

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